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STORIA DI UN QUADRO

 
Il 3 febbraio 2008 ricevevamo un messaggio di Luigi F. Bonifacio che ci comunicava:
 

Chiarissimo Chichingiolo, sono un EREDITIERE!
Al momento non ho ancora ben realizzato la mia nuova situazione, ma certamente, quando mi sarò ripreso, qualcosa nel mio comportamento cambierà.
Ho ereditato un quadro (qualcuno invidioso potrebbe dire "un quadretto" dimensioni circa 30 x 20) giunto in Italia da Asmara nel 1957, firmato A.BABE. E chi è o fu A. Babe? [Cliccare sull'immagine qui accanto per averne una dimensione più grande].
Mi urge sapere tutto a proposito della/o autrice/autore che pare operasse in Asmara o in Addis Abeba. Grazie, aspetto con ansia comprensibile le notizie.
Vi ringrazio anticipatamente e vi saluto cordialmente.

 
Nel giro di 24 ore, la ricerca con il tam-tam del Chichingiolo dava questo frutto:
 
Cara L. F. Bonifacio,
ABABE (Annunziata BAratti BElli) era mia nonna e posso darti tutte le informazioni possibili sul quadretto che hai ereditato perché mi ricordo perfettamente come lavorava. Quel genere di quadri li ha fatti ad Asmara fino ai primi anni '70. Passava il gesso sulla faesite con una spatola per ottenere i rilievi, poi li dipingeva con i colori a olio. Potevano essere paesaggi, come il tuo, o teste. Una volta asciutti li incorniciava con cornici inventate da lei: astine di legno con la corda arrotolata intorno. Ricordo ancora la puzza di bruciato quando le passava sul fuoco per togliere i fili in più. A volte mi faceva dipingere i quattro angoli delle cornici con la porporina d'oro, oppure spruzzare la lacca per capelli per fissare il colore.
Mia nonna ha lavorato anche ad Addis Abeba ma ha prodotto carboncini, collage con la stoffa, quadri con le conchiglie, presepi nelle zucche e tante altre cose ma non più i quadri con la corda.
E' morta a Livorno nel 1988.
Mi capita spesso di trovare delle sue opere nelle case di persone che hanno vissuto o sono passate dall'Eritrea o l'Etiopia in quegli quegli anni ed è sempre una grande emozione.
Un caro saluto,
Marina Melloni
 
E non nascondiamo che una certa emozione ha colto anche noi nel leggere quanto sopra. C'è nessun'altro che conserva in casa un quadretto di ABABE? Scriveteci, se volete, e arricchiremo questa paginetta.
il C.

6 Febbraio 2008

Pasqua 2008
I vostri auguri
MI ASSOPISCO QUASI...
di Daniela Toti

 

Mi assopisco quasi, appoggiata al Neem che ho in giardino e che non ripara dal sole perché privo di foglie. Questo sole che tenterebbe di dare un avvio deciso alla Primavera preparando la natura ad accogliere fiorita la Pasqua precoce di quest’anno. Un tubare regolare concilia il torpore e scivolo in uno stato di leggerezza...

Il suono gutturale e ritmico delle tortore color nocciola è il sottofondo abituale quando sono in veranda nella casa di Elaberet, immersa nell’avventura di quello che sto leggendo. Un alito di vento tiepido, che porta con se il profumo della terra bagnata dell’agrumeto irrigato da poco. Dai Neem, un cinguettio ed un frullare di ali che rivela la vita volante tra le fronde.

La voce stridente di un corvo mi riscuote e socchiudo gli occhi: a poco a poco il tubare risponde al gracchiare ed è una vera conversazione, con pause e risposte alternate. Ascolto il dialogo pensando con invidia a Dolittle: lui capirebbe...

Sono tanti i corvi neri nella piana di Melkasadi, nel pomeriggio. Qualche bakumbà* impalato e arrogante non sembra intimorirli e continuano a gracchiare e svolazzargli attorno. Non vedo cosa sia ciò che li interessa, ma un retro-odore dolciastro e nauseante rivelato a tratti dal vento lo lascia immaginare. Dalla finestra aperta dell’ufficio dove, in trasferta, raccolgo dati contabili da riportare in Sede, mi lascio distrarre dal loro fare.

Il Neem ha perso le foglie durante l’inverno, mantenendo però tutti i frutti, così incredibilmente simili ai Chichingioli. Negli anni passati, con la Pasqua più alta, l’ho anche avuto con i rami coperti dal tenero verde argenteo delle foglioline nuove, ma per questa Pasqua ci dobbiamo accontentare dei soli frutti. Potrei spruzzarli di rosa, come ho già fatto di rosso e oro per un Natale di qualche anno fa. I vicini, di solida estrazione contadina, hanno suonato il campanello per la curiosità sulla tardiva maturazione di quei frutti a loro sconosciuti. Quando ho confessato ridendo essere opera mia e di due bombolette spray, hanno scosso la testa, tacendo il loro pensiero sull’ennesima stranezza di questa africana bianca che gira sempre scalza per casa e giardino, in tutte le stagioni...

I Neem erano con me a Elaberet, lungo i viali di Melkasadi nella piana dell’Awash e in Africa Occidentale e li associo da sempre al profumo della notte africana. I rami lisci si lasciavano scalare. Quante volte, a cavallo di un ramo e abbracciata al tronco, mi riposavo da una corsa o da un gioco e spaziavo con lo sguardo dagli agrumeti all’abitato, aspettando l’ora del rientro a casa e lasciando libera la mente a fantasticare avventure che l’aerea posizione sul ramo mi faceva credere possibili.

Il piacevole dormiveglia viene interrotto dallo squillo del telefono. “Pronto! Cosa si fa per Pasqua? Tutti insieme e ognuno porta qualcosa? Tradizionale, dici? E allora che sia zighinì!”.

Buona Pasqua, Mondo Chichingiolo, con tutto il cuore!
D.

Ps.
* Bakumbà = Abyssinian Ground-Hornbill (ovvero bùcero, ossia grosso coraciforme. Insomma, un grosso volatile. n.d.C.)


22 Marzo 2008


IL RITORNO DEI RAGAZZI DEL MAR ROSSO

Gli esordi

Caro Chichingiolo,
"Il ritorno dei ragazzi del Mar Rosso": perché questo titolo? Quando mille anni fa andavamo alle isole con tutto il gruppo degli amici sul "Taulud" (la barca dei Fontana), oltre alle foto spesso si facevano anche riprese filmate. Sandro Serapioni ne era il regista-operatore che con le attrezzature di suo padre documentava le nostre epiche pescate. I filmati venivano poi montati dal sig. Serapioni e la pellicola risultante (credo esista ancora…) fu intitolata "I ragazzi del Mar Rosso".
Ho rivisto il film molti anni dopo e da allora mi sono riappropriato di tale titolo che però spetta di diritto anche agli altri compagni di viaggio (checché ne dicano le nostre ragazze...)!!!
Un caro saluto,
Ninni

 
Le foto
Di allora...
... di oggi
 
Il ritorno

Cara Eloisa,
Sono ancora incredula e frastornata, non sono riuscita a metabolizzare del tutto gli avvenimenti delle ultime settimane, non so ancora se li ho vissuti veramente o se ho sognato. Tutto è stato così bello ed emozionante ma così veloce, come un flash, sì, forse è stato solo un sogno.
E invece no: le immagini sono così vive, le sensazioni così forti, no, fortunatamente non è stato un sogno, è stato un viaggio reale, un viaggio desiderato da tanto, troppo tempo e sempre rimandato per problemi vari.
Quante volte nel corso degli anni ho sognato di tornare a casa, nella mia casa di Asmara, lasciata temporaneamente per venire a studiare in Italia e... mai più rivista, e quante volte ho desiderato con tutta me stessa di ripercorrere le strade assolate e ornate di palme, bouganville e palissandri, della mia infanzia e giovinezza; purtroppo i fatti della vita e gli eventi hanno reso questo mio desiderio non facilmente realizzabile. Ma in ogni luogo, in ogni paese visitato c'è sempre stata la ricerca dei colori, degli odori, dei sapori di "casa": l'azzurro del cielo di Asmara, l'odore salmastro di Massaua, il sapore acidulo dell'ingera unito al piccante dello zighinì.
Quando una tua esperienza lavorativa presso l'ospedale di Orotta ti ha rimesso a stretto contatto con quella realtà, è nato forte in te il desiderio di tornarci presto... con tuo marito, tuo figlio e... gli amici d'infanzia, per condividere con le persone care le meravigliose sensazioni provate tornando a "casa" dopo tanto tempo. E noi ci siamo lasciati volentieri travolgere dal tuo entusiasmo e dalla carica umana che ti contraddistingue e ti abbiamo lasciato fare e organizzare, quasi increduli che il "sogno" di una vita, giorno dopo giorno, telefonata dopo telefonata, tra e-mail e prenotazioni, stesse veramente prendendo forma e consistenza.
A Fiumicino, carichi di entusiasmo ma anche di aiuti da lasciare alle suore e all'ospedale di Ghinda, ci siamo salutati ed abbracciati con gli occhi lucidi: io ero emozionata come una bimba al primo giorno di scuola, felice perché tornavo a "casa" con Ninni e il nostro Daniele, ma anche tesa e agitata perché sapevo che avrei dovuto fare i conti anche con un passato doloroso, una ferita mai del tutto rimarginata.
Non so Elo se avrei avuto la forza di affrontare questo viaggio solo con i miei cari, forse sì, ma sarebbe stato più duro affrontare certi ricordi e fantasmi; l'aver condiviso con voi, amici d'infanzia e di sempre, questa esperienza è stato molto rassicurante per me. La compagnia, l'affetto, il buon umore dei "Ragazzi del Mar Rosso" hanno stemperato la lieve malinconia che inevitabilmente ha avvolto alcuni momenti delle nostre giornate.
Abbiamo girato per Asmara dalle prime luci dell'alba al tramonto, instancabili, affamati di immagini e sensazioni, quasi ingordi, desiderosi di vedere tutto nel poco tempo a nostra disposizione, quasi a voler colmare il vuoto di anni di lontananza. E siamo rimasti colpiti dalla disponibilità e gentilezza della gente e dalla loro grande dignità. I bambini ordinati con i loro grembiulini che ci salutano con un "hallo" e gli anziani eleganti, impeccabili, pronti a scambiare volentieri due parole in italiano. L'incontro che sei riuscita ad organizzare con il nostro vecchio allenatore di tennis Giuseppe (Sereke) è stato toccante: in ottima forma benché in là con gli anni, ricorda tutto e tutti con precisione e nostalgia. Seduti ad un tavolino del Bar Impero abbiamo sfogliato insieme un album di vecchie foto scattate sui campi dell'ATA e oltre a riconoscere senza esitazione "baffino", come veniva amichevolmente chiamato mio papà sui campi da tennis, ha ricordato persone ormai sfocate nella mia memoria.
Asmara mi è sembrata bellissima: luminosa, pulita, raccolta, appena sfiorata dal trascorrere del tempo. Ogni angolo un ricordo, una emozione: il Collegio La Salle, oggi scuola secondaria statale, dove gli ex alunni Ninni, Edgardo e Daniele hanno riconosciuto con commozione alle pareti della attuale sala ristoro, i murales dipinti allora (più di 40 anni fa) con le loro mani nella sede scout; la chiesa di San Francesco, il cinema Roma, il cinema Odeon, il nostro Liceo, la Cattedrale, il Cimitero, e poi ancora il Mercato, Piazza della Palma, via Melekot 41, la mia casa.
Dalla finestra della mia camera che dava sul giardino vedevo l'ibisco con i suoi bei fiori rossi, sentivo il profumo del piccolo arbusto di plumelie e mi perdevo nell'arancio dorato della bouganville perennemente fiorita.
L'ibisco è ancora lì, l'arbusto di plumelie è diventato un albero maestoso; ma la bouganville non c'è più, e i muri della casa più alti, le finestre con tristi inferriate, il cancello impenetrabile, mi impediscono quasi di riconoscere la mia casa; eppure è lei: di fronte c'è ancora il campo di basket e pattinaggio dove ho trascorso tante ore spensierate e... sebbene un po' trascurata e invasa dall'erba alta, c'è sempre la bocciofila. Qui mio papà amava venire a giocare alla domenica pomeriggio ed io bambina dal balcone di casa seguivo tutte le sue mosse. E sempre qui, davanti a casa, una pallottola impazzita ha cambiato per sempre il nostro destino.
Improvvisamente tutte le emozioni accumulate e trattenute a stento, hanno il sopravvento, e mi ritrovo abbracciata a Ninni e Dani con gli occhi pieni di lacrime.
Anche il viaggio verso Massaua è stato stupendo, vero Elo? Tra le soste improvvisate per fotografare questo o quello scorcio, le soste programmate all'ospedale di Ghinda per consegnare le medicine, ad Embatkalla alla tomba di Ciro Costa, siamo riusciti a farlo durare cinque ore!!!!
Massaua mi è sembrata quasi irriconoscibile: perfino l'odore (l'inconfondibile odore di Massaua, di acqua stagnante e salmastra), non è più lo stesso; i segni del tempo e della guerra l'hanno segnata profondamente anche se ai miei occhi rimane sempre bella e affascinante.
Davanti alle macerie del Lido ci attendeva la nostra barca, il Maila, un caicco stupendo con cui abbiamo trascorso alcuni giorni in crociera alle isole Dahlak. Qui i vecchi "Ragazzi del Mar Rosso" hanno avuto la possibilità di far conoscere ai figli, nostra speranza e futuro, quel meraviglioso mondo; e le nuove leve, i nuovi "Ragazzi del Mar Rosso" hanno potuto vedere con i propri occhi il cielo stellato, le spiagge incantate e deserte, il mare pieno di meravigliosi coralli e pesci, che hanno popolato i racconti dei "padri", hanno capito il perché delle nostre nostalgie per questo mondo ed hanno imparato ad amarlo.
Devo dire un "grazie" a tutti i "Ragazzi del Mar Rosso": ognuno di voi con il suo "vissuto", i suoi sentimenti, le sue aspettative è stato un compagno di viaggio unico e insostituibile; ho avuto la conferma che siete degli amici davvero "speciali" ed è stato meraviglioso condividere con voi ogni giorno, ogni emozione, ogni ricordo ed ogni scoperta con l'entusiasmo e l'umiltà che vi contraddistinguono.
Un grazie a Patrizia, instancabile "guida e interprete" per noi, ormai "ferengi" in patria: ha accolto con gioia gli aiuti che abbiamo portato per i bambini e gli anziani che segue e... ci ha riempiti di berberè e scirò. Il loro profumo inconfondibile e familiare ci aiuterà a mitigare un po' la nostalgia!!
Ma grazie soprattutto a te, Elo, artefice di questa meravigliosa si avventura ; la tua solarità e il tuo ottimismo mi hanno incoraggiata a vincere le perplessità e i timori iniziali e mi hanno aiutata a superare qualche momento di tristezza.
Sono felice di aver avuto la possibilità di far conoscere a mio figlio la terra dove siamo nati e dove abbiamo vissuto i nostri anni più belli e spensierati. Credo che ora la ami un po' anche lui...
Questo nostro viaggio non è stato solo una vacanza, vero Elo? E' stato molto, molto di più e… sento già la voglia di ritornare. Con più tempo a disposizione ed una consapevolezza nuova.
Allora Elo, a quando?
Un abbraccio.
Vittoria


19 Maggio 2008

Vittoria cara,
grazie per il lungo messaggio e le parole ma, forse non merito tutto questo.
La gioia immensa tua e vostra è stata anche la mia e della mia famiglia; come sai, sono riuscita a vincere le resistenze di Daniele che non aveva mai manifestato il desiderio di tornare a "casa" (così mi piace considerarla dopo esserci stata tre volte negli ultimi anni).
Sono, grazie anche a voi, riuscita a realizzare questo desiderio e non solo, ma anche a coinvolgere nostro figlio Matteo che sembra entusiasta dell'esperienza fatta, così come pure mi dici di Danielino.
Cosa dire poi del "mal d'africa" di Martina che scoprendo il paese che tanto i suoi nonni hanno amato, ora, non fa altro che pensare ai luoghi visitati e a noi parte di questo gruppo così speciale.
I giorni sul Maila sono letteralmente volati e la nostra permanenza è stata ancora più piacevole grazie al comandante Domenico, all'ottimo cuoco (che per la verità ci ha viziato un po'), al silenzioso Aron e ad Anoir che ci ha accompagnati nelle perlustrazioni isolane.
Sì Vittoria il sogno per voi ma, anche per me, si è realizzato e spero proprio che la nostra "uoilechei travel" possa nuovamente diciamo… operare il prossimo anno organizzando un nuovo viaggio!
Un abbraccio e un grazie speciale a tutti, compreso chi ha condiviso questa nostra esuberanza: forse qualche volta chiedendosene la ragione, altre volte invece comprendendo appieno lo spirito del nostro gruppo, della nostra vacanza e non solo…
Ciao, Eloisa

20 Maggio 2008
Ho letto su Arabesques la vostra toccante e meravigliosa emozione; essendo più anziano non vi conosco personalmente, ma conosco i vostri cognomi. Avete circa l'età dei miei cugini, e come tali vi sento, da asmarino quale sono. Non riesco ad esprimere bene come voi le mie emozioni, per cui mi fermo e vi abbraccio tutti. Con affetto.
Antonio Rapicavoli - email: ghezzabanda@alice.it
21 Maggio 2008

Caro Chichingiolo,
eccomi, manco solo io… volevo giusto aggiungere due parole a quello che già hanno detto Vittoria ed Eloisa in merito al nostro "meraviglioso viaggio"!!
Vittoria ha manifestato, descrivendo i suoi, quelli che sono stati i sentimenti di tutti noi e che rimarranno per sempre nei nostri cuori.
Il viaggio è stato fantastico, la compagnia straordinaria, l'organizzazione perfetta, il nostro grande desiderio di tornare ed una buona stella, ci hanno assistito affinché tutto andasse per il meglio e così è stato!!
Io poi sono quella che ha avuto anche una doppia gioia perché è tra Asmara e Massaua (perché è stato il giorno in cui ci siamo trasferiti a Massaua e ci siamo imbarcati), che ho festeggiato i miei cinquant'anni e non poteva esserci compleanno più "emozionante" di così (in tutti i sensi… 50!!),…. certamente non lo scorderò più.
Ciò che mi ha particolarmente gratificato, oltre naturalmente a rivedere Asmara, a portare un fiore sulla tomba dei miei cari, in particolare su quella di mio papà che come ricorderete è tragicamente deceduto durante gli scontri del 1975 a soli 45 anni, è stato portare con me mia figlia Martina e mio marito.
Mia figlia quindicenne, come tutti i ragazzi, mi ha sempre scherzosamente "preso in giro" quando parlavo della mia Asmara e dei miei ricordi, certo non poteva capire…., mio marito invece ha dovuto "subire" in tanti anni di matrimonio, da me e dai parenti vari, queste "famose" descrizioni del "nostro"paese e…. sicuramente (non me lo ha mai confessato!) in cuor suo si sarà domandato che razza di posto potesse essere questa Asmara per essere così amata….!
Ebbene sì, sono tornati letteralmente ammaliati sia lui che Martina e sono innamorati persi di quei luoghi tanto cari!
Martina posso capirla, l'amore per l'Eritrea lo avrà forse nel DNA, le sarà stato trasmesso dal caro nonno Carmelo che, per uno strano destino, lì ha lasciato la vita ma che era totalmente affascinato e amava più di ogni altra cosa quella terra favolosa, dove con tanti sacrifici aveva realizzato dal nulla (ovvero da una foresta) una grandiosa azienda agricola e dove aveva deposto tutti i suoi sogni di ragazzo e poi di uomo non potendoli purtroppo mai vedere conclusi, ma avendo sicuramente lasciato a noi figli una grande eredità in termini di saggezza e di amore per la terra africana.
Per quanto riguarda mio marito, non ho parole, sono solo molto felice che si è potuto rendere conto che…. dicevamo sul serio.
Che altro dire, mi sembra ancora di aver fatto un sogno stupendo, io non ero mai stata alle Dahlak (ci sarei dovuta andare per la gita dell'ultimo anno con la mia classe, il IV° liceo nel 1975, stavamo già organizzando quando….), ne avevo tanto sentito parlare e la realtà ha superato l'immaginazione perché è stato tutto ancora più bello di quanto mi aspettassi, mare e fondali incantevoli!
Quindi ancora un grazie a tutti i miei compagni di avventura senza la preziosissima collaborazione dei quali (Eloisa in prima fila, Ninni, Vittoria e tutti) non si sarebbe potuto realizzare questo sogno.
Un grazie particolare alla "supercorrispondente" da Asmara, la nostra cara Patrizia Reffo che con la sua grande disponibilità ci ha dato il suo impagabile contributo soddisfacendo le nostre mille richieste!
Un grazie anche ad Antonella Martinetto che ci allietato il viaggio di andata , ci ha fatto compagnia a Gurgusum e ritorno da Massaua e che quindi per un pezzetto è stata dei nostri (grazie ancora per gli omaggi ai ragazzi, Martina ha appeso in camera sua il poster con l'alfabeto tigrino e guai a chi lo tocca!)
E.. per concludere… un bacio ed un abbraccio affettuoso a tutti, sperando di poter dire… alla prossima!!!
Sandra
29 Maggio 2008

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