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Le mani nel cassetto del Chichingiolo
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MI RITORNA IN MENTE…
di Franco Caparrotti
 

 

… il Varese. Il Campionato di calcio ('67-'68) era appena terminato consacrando il Milan campione d'Italia e una squadra rivelazione era assurta agli allori della cronaca perché aveva fatto benissimo terminando il campionato tra le prime: il Varese allenato da Bruno Arcari. Bruno aveva fatto un gran lavoro portando il Varese dalla serie B a contendere il primato al Milan. Beh, tra le sue file annoverava dei veri campioni: Picchi, Mereghetti e Della Giovanna provenienti dall'Inter, Vastola dal Bologna, poi c'era l'"arabo" Anastasi, Renna, Moroso dal Torino tanto per citarne qualcuno.
Chi avrebbe mai immaginato che da lì a poco, il Varese sarebbe venuto in Etiopia per una tournee tra Asmara, Addis Abeba e Dire Daua.
Per un patito di calcio come me, era la manna, il toccasana, potevo vedere da vicino, toccare ricevere l'autografo dai nostri campioni. Armato di taccuino (non per scrivere l'articolo, iniziai l'anno successivo) per farmi fare gli autografi con dedica, mi precipitai al CIAOO Hotel insieme al mio amico Giorgio e poi si aggiunse Benito. Man mano che i calciatori scendevano le scale che dalle camere portavano nella hall, venivano subito identificati, conoscevamo di tutto e di più. Gentili e disponibili con tutti, dispensavano autografi e si facevano fotografare senza batter ciglio. Erano consci del nostro affettuoso abbraccio amichevole e di apprezzamento.
Rimanemmo un po' male nel sapere che Pietro Anastasi non faceva parte del gruppo, avrebbe raggiunto poi la squadra ad Addis Abeba. Ecco allora venirci incontro il grande Moroso, elegante e sorridente.

L'attesa di vederli giocare contro la selezione Eritrea era emozionante da una parte e stressante dall'altre. Avrebbero i nostri "eroi" ben figurato nel confronto? Eravamo assaliti da dubbi e angosce: il calcio Eritreo stava crescendo a dismisura, era un piacere vedere le squadre Hamasien, Telecommunication, Achele Guzzai, Mai Leham, Mendeferà e altre giocare. Dei nostri eroi conoscevamo le gesta attraverso "Tutto il Calcio minuto per minuto" oppure quello che si leggeva sui giornali ma dal vivo non li avevamo ancora visti. Quindi era più che giustificata la nostra angoscia.
Il giorno della partita lo stadio era gremito in ogni ordine di posto, il tifo alle stelle da parte degli spettatori sia dell'una che dell'altra parte. Il gioco è bello, piacevole, veloce. Il Varese accusa un po' l'altitudine e cerca di abbassare i ritmi. La classe e l'esperienza si materializzano con una doppietta di Renna. Alla fine dell'incontro abbracci e scambio di magliette, l'atmosfera è di grande amicizia, tutti a casa contenti e felici.
Nelle successive due partite giocate dal Varese, una vittoria ad Addis Abeba e un pareggio a Dire Daua.

23 Marzo 2013

 
Sempre a proposito del Varese…
 

Dopo il pezzo di Franco qui sopra, tra l'Autore e il Chichingiolo è sorta una benevola discussione alimentata essenzialmente da quelli che (da sempre) definiamo i buchi neri della memoria. Il contendere ruota essenzialmente attorno a due punti:

    • Quante partite furono giocate dal Varese ad Asmara? Una o due?
    • Ci fu un rigore assegnato alla rappresentativa Eritrea, parato da Da Pozzo del Varese, che l'arbitro della partita fece ripetere e che fu tirato a porta vuota?

Provando a sollecitare anche la memoria altrui, Franco è arrivato alla conclusione che i "vuoti" sono un male comune, per cui ha fatto ricorso al mezzo gaudio. Se tra i lettori c'è chi è in grado di mettere la parola fine all'aulica discussione, tale gentile persona è pregata di soccorrerci. Nel frattanto, diamo di seguito alcune tra le più interessanti risposte che sempre Franco ha spigolato tra le tante persone che ha contattato:

Personalmente ricordo una sola partita. Altro particolare che furono richieste bombole di ossigeno per alcuni giocatori del Varese a corto di fiato ... data l'altitudine di Asmara.
Luigi Furio Ziantona

Relativamente al Varese, mi ricordo che […] capitano era Armando Picchi che dall'Inter era passato al Varese, hanno festeggiato alla Casa degli Italiani il loro arrivo, c'era Zappia, il bidello della scuola, che faceva da presentatore del nostro campionato (CUA, Minibowling, Addio Vecchiaia, Iteghe Menen, Asmara), doveva arrivare anche Anastasi ma lo comprò la Juve e non venne, mi ricordo Cresci. Mi ricordo che incontrò la selezione Eritrea, e dopo 10 min erano già 2 a 0, poi andò ad Addis Abeba ed incontrò la selezione Etiopica, ma del rigore parato e ripetuto non mi sovviene, so che il Varese ad un certo punto rallentò il ritmo visto la differenza.
Sandro Pasini

Purtroppo mi dispiace non poterVi essere d'aiuto […]. Mi ricordo, però, che la squadra del Varese prese alloggio presso l'Imperial Hotel, vicino casa mia, dove si trattenne per qualche giorno, prima di essere trasferita quasi di forza presso un'altro albergo perché arrivò ad Asmara un sultano dell'Arabia Saudita con tutto il suo seguito (mogli, personale di servitù e quant'altro) che prese possesso di TUTTO l'albergo, costringendo la direzione dell'Imperial a dirottare la squadra del Varese presso un'altra struttura, che se ben ricordo doveva essere il C.I.A.A.O. in Via Oriani. Questa cosa sollevò un forte disappunto nella la squadra di calcio e gli organizzatori dell'evento.
Franco Irtini

Franco ha anche scritto al Varese Calcio (chi meglio del Club poteva darci sollievo?) ma ad oggi non c'è stata alcuna risposta. Per cui, aggiunge il Caparrotti, accontentiamoci di quello che abbiamo. E che i "vuoti" possano sempre prosperare…

 
 

 
Qualche foto che di quella tournee siamo riusciti a raggranellare.
 
 
 
 
La squadra all'arrivo all'aeroporto di Asmara
 
Casa degli Italiani
Armando Picchi
Casa degli Italiani
Circolo Italiano
Autografi
Circolo Italiano
 
 
 
Il Dr E. Mania con Armando Picchi
 
 
12 Maggio 2013

 

 

45 anni dopo
 

La stura l'ha data Franco, il C. ha sfruculiato, ed Eloisa ha ricomposto il tutto fornendo le prove che in quella tournee il Varese Calcio ad Asmara disputò una partita, in notturna, mercoledì 22 Maggio 1968, esattamente 45 anni or sono. Quando si dice il caso...
Il che equivale a dire che i ricordi di Franco Caparrotti sono di fattura eccellente laddove la memoria del Chichingiolo non è per nulla imparentata con quella proverbiale degli elefanti. Anche se il rovello rimane.
Grazie a Franco per l'esatta cronaca, obbligati ad Eloisa per la sua pazienza, la preziosa collaborazione e l'assenso a usare gli articoli e, last but not least, un ringraziamento particolare a Ciro Migliore (un insospettabile della curva sud del C.) che ci ha concesso di poter ripubblicare qui i suoi pezzi sportivi e di colore. E un affettuoso grazie a tutti quelli che hanno sportivamente collaborato e ... tifato!
il C.
(21 Maggio 2013)

 

 
Il Quotidiano Eritreo - Mercoledi 22 Maggio 1968

Questa sera allo stadio Regina di Saba il Varese contro la Rappresentativa eritrea
Affettuosa accoglienza degli asmarini alla squadra italiana- Dichiarazioni lusinghiere circa il calcio etiopico - Breve seduta di allenamento sul campo allentato dalla pioggia - Ricevimento alla Casa degli italiani

 

Pioggia a parte, il soggiorno asmarino dei dirigenti e dei giocatori del Varese non poteva cominciare meglio. Gli sportivi asmarini, una volta ancora, sono stati grandi e hanno tributato alla compagine ospite un'accoglienza che non è esagerato definire affettuosa e che ha senza dubbio superato le più ottimistiche previsioni. La Federcalcio eritrea, dal canto suo, ha organizzato tutto a puntino e si può senz'altro avere la certezza che gli ospiti si sono sentiti fin dal primo momento, fra amici e immersi, fin troppo magari, in un'atmosfera di simpatia che può essere considerata ideale per lo impegnativo confronto di questa sera con la Rappresentativa eritrea.
L'accoglienza calorosa qui era stata preceduta da un trattamento che gli ospiti hanno giudicato superlativo sul quadrigetto di linea dell'Ethiopian Airlines che li ha portati da Roma ad Asmara.
All'arrivo dell'aereo all'aeroporto internazionale Johannes IV gli sportivi in attesa erano parecchie centinaia. Ai piedi della scaletta i dirigenti del Varese venivano ricevuto, oltre che dal console generale d'Italia in Asmara, dr. Mario Mauri, e dal vice console, dr. Ludovico Tassoni Estense, da Ato Ghetacciou Medhanie, presidente della Federcalcio eritrea, da altri dirigenti del calcio locale e dai membri della Commissione Tecnica Federale. Poi, mentre la signora Midia Borghi-Tedeschi, figlia del cav. Borghi, presidente del F.C. Varese, riceveva un omaggio floreale da due graziose bambine etiopiche, Saba Tesfai e Ueini Hareg, gli altri componenti della comitiva si sottoponevano di buon grado al "tour de force" imposto da centinaia e centinaia di strette di mano, richieste di autografi e domande di ogni genere.
Dall'aereo scendevano, oltre ai giocatori, i signori Adalberto e Midia Tedeschi, il general manager Alfredo Casati e consorte, lo allenatore Bruno Arcari, il medico sociale Giuseppe Venino, il massaggiatore Piu e il capitano Armando Picchi, che è in Etiopia anche in veste di giornalista, insieme a un inviato della RAI e uno della "Gazzetta dello Sport".
Sbrigate celermente le formalità doganali e sottrattisi all'assedio dei presenti, gli ospiti prendevano posto sul torpedone messo a disposizione della FEGC e su alcune vetture private e, dopo un breve giro in città, facevano scalo allo albergo CIAOO. Qui finalmente ci era possibile avvicinare il signor Casati, il quale pur essendo alle prese con i moduli dell'albergo, rispondeva gentilmente a qualche domanda. Dalle sue risposte ci è parso di capire che la maggiore preoccupazione del Varese è data dall'altitudine e dalle relative differenze climatiche, che avranno ovviamente l'effetto di diminuire il rendimento dei giocatori, i quali, non si deve dimenticarlo, hanno appena terminato un massacrante campionato. Circa il calcio etiopico, Casati, per non avendone una conoscenza diretta, Casati ci ha detto di averne sentito parlare molto bene e di sapere che i calciatori etiopici sono velocissimi. Il general manager, in definitiva, non ha nascosto che il confronto con la Rappresentativa eritrea è atteso, essendo il primo in Etiopia, con una certa apprensione.
Dello stesso parere, e per gli stessi motivi, si sono detti più tardi anche l'allenatore Arcari, che in gioventù è stato un grande giocatore del Milan, e Armando Picchi. Quest'ultimo, anzi, forse con un pizzico di diplomazia, ha addirittura attribuito ai giocatori etiopici un ottanta per cento di probabilità di vittoria.
Nel pomeriggio, alle 15,30, il Varese ha fatto una puntata allo stadio Regina di Saba, per una leggera seduta di allenamento, con lo scopo principale di saggiare il terreno di gioco. Sfortunatamente, però, era piovuto abbondantemente e il terreno non era nelle condizioni migliori. In tribuna, comunque, c'erano parecchie centinaia di spettatori, in massima parte giovani e giovanissimi.
Verso le 18 Arcari faceva cessare l'allenamento e una mezz'ora più tardi tutta la comitiva era alla Casa degli Italiani per l'annunciato ricevimento, al quale presenziavano anche il console generale d'Italia e consorte, il vice console e consorte, direttori generali di dipartimenti governativi, magistrati, capi di comunità, personalità, i dirigenti della FEGC, dirigenti di sodalizi sportivi, i giocatori selezionati per la rappresentativa e moltissimi sportivi. Durante il ricevimento prendeva la parola lo avv. Ezio Rusmini, presidente della Casa, il quale, con parole veramente simpatiche, dava il benvenuto agli ospiti italiani.
Nella calca del salone ci riusciva di rintracciare ancora una volta l'allenatore Arcari, il quale, a una nostra domanda in proposito, si dichiarava pienamente soddisfatto, acqua a parte, delle condizioni del terreno di gioco e di quelle dei suoi giocatori, i quali almeno per il momento, non sembrano risentire molto degli effetti dell'altitudine.
Dopo il ricevimento, prima di andare finalmente a riposare, dirigenti e giocatori del Varese passavano di nuovo dallo stadio per vederne l'illuminazione, che giudicavano senz'altro soddisfacente.
Oggi gli ospiti dedicheranno la giornata a una visita alla città e cercheranno soprattutto di riposare. Questa sera, alle 20, ci sarà la partita. La fascia di capitano toccherà a Maroso, cugino del famoso campione del grande Torino, che sostituisce Picchi nel ruolo di libero. Con il numero 9, al posto di Anastasi impegnato con la Nazionale giovanile e ceduto alla Juventus per 660 milioni, giocherà Vastola, che nel campionato italiano appena concluso ha segnato 7 reti. Gli altri bianco-rossi sono: Da Pozzo, Carmignani, Sogliano, Della Giovanna, Gasperi, Leonardi, Tamborini, Mereghetti, Renna, Burlando e Villa. Cresci e Borghi, e forse anche Anastasi, raggiungeranno i compagni in Addis Abeba insieme al cav. Borghi, con l'aereo personale del grande industriale italiano, titolare della Ignis, la nota fabbrica di frigoriferi che con le sue innovazioni tecniche ha rivoluzionato il mercato mondiale.
La formazione della Rappresentativa, che sarà capitanata da Cuflom, verrà comunicata soltanto questa sera.
L'incontro tra il Varese e la Rappresentativa sarà preceduto da una partita fra due squadre giovanili.

 

 

Al concerto di Emma e Mario Pichi presente l'azzurro Armando Picchi

Il capitano della nazionale calcistica italiana Armando Picchi, unitamente ai suoi colleghi e ai dirigenti del "Varese" hanno accolto l'invito del Lions Club di Asmara di presenziare, graditi ospiti, al concerto a due pianoforti che Emma e Mario Pichi terranno giovedi prossimo al CUA. Come è noto il ricavato del concerto verrà devoluto alla nuova erigenda scuola di Maraba. I biglietti verranno posti in vendita la sera stessa, prima dell'inizio del concerto al botteghino del piccolo teatro. Agli spettatori verranno dati due biglietti ella lotteria e un biglietto normale di ingresso. Il costo del biglietto è stato stabilito in D.E. 5.
I tre dollari di differenza con i due della lotteria andranno a favore del fondo istituito dal Lions Club per la costruzione di un'infermeria al villaggio di Maraba.
L'azzurro Picchi e i suoi colleghi varesini durante l'intervallo hanno di buon grado accettato di rilasciare ai loro ammiratori locali degli autografi.
Le attrattive, dunque, della replica del concerto di Emma e Mario Pichi, che già tanto successo ha ottenuto nella sua prima edizione, non sono poche. E non è difficile ritenere che il salone del CUA registrerà un completo esaurito.
Il concerto di domani avrà inizio alle ore 21.30.

 
* * * *
Il Quotidiano Eritreo - Giovedi 23 Maggio 1968

Con due belle reti di Renna il Varese batte di misura una magnifica Rappresentativa
Dopo aver accorciato le distanze con Tecle, nel secondo tempo, gli asmarini hanno cercato invano il pareggio - Il risultato, tutto sommato, è giusto

 

Formazioni:
RAPPRESENTATIVA: Johannes ("Joker"); Bocrezion, Abraha, Berechet; Ismail, Cuflom (cap.); Solomon (Teuolde), Haile (Asseffau), Tesfai, Teclesghi, Tecle.
Allenatore: Orcifalvi
Varese: Da Pozzo (Carmignani); Sogliano, Maroso (cap.); Burlando, Della Giovanna, Gasperi; Leonardi, Tamborini, Vastola, Mereghetti (Villa), Renna.
Allenatore: Arcari IV
Arbitro: Seium Tarreche
Segnalinee: Tesfalidet Johannes e Ghirmai Embaie.
Calci d'angolo: 7 a 3 per la Rappresentativa.
MARCATORI: Renna al 30' del primo tempo e al 16' del secondo tempo.
NOTE: All'incontro hanno assistito circa 15.000 persone. Nella tribuna d'onore erano presenti Ato Idnekacciou Tesemma, segretario generale della Confederazione etiopica degli sport, con il rango di assistente ministro, il console generale d'Italia dr. Mario Mauri e signora, il vice console, dr Ludovico Tassoni-Estense, e signora, alti funzionari governativi e dirigenti sportivi, nonché la signora Midia Borghi-Tedeschi, figlia del presidente del Varese, e il consorte, ing. Adalberto tedeschi. prima del fischio d'inizio i capitani delle due squadre si sono scambiati dei fasci di fiori, che molto simpaticamente i giocatori hanno poi lanciato fra il pubblico. nella ripresa il Varese ha sostituito Da Pozzo con Carmignani e Mereghetti con Villa; nella Rappresentativa eritrea Teuolde ha sostituito Solomon e Asseffau ha preso il posto di Haile. Il terreno di gioco era in condizioni perfette.

L'attesissimo incontro fra il Varese e la Rappresentativa eritrea si è dunque concluso con la scontata vittoria degli ospiti, che sono riusciti ad imporre ai nostri giocatori la loro maggiore esperienza, il superiore controllo della palla e una tecnica di gioco più raffinata e razionale. La Rappresentativa, tuttavia, non ha deluso ed è anzi riuscita a guadagnarsi l'appoggio e l'approvazione incondizionata del suo generoso e sportivissimo pubblico, che però non ha lesinato gli applausi e gli incitamenti nemmeno al Varese.
Il risultato finale di due reti a una, tutto sommato, è giusto e costituisce per la Rappresentativa un traguardo più che onorevole. I nostri dilettanti che non si sono lasciati per niente intimidire dalla fama degli avversari, certamente più quotati, hanno sopperito alle lacune tecniche e tattiche con una ammirevole forza di volontà, con una puntigliosità davvero encomiabile, senza tuttavia lasciarsi mai vincere dalla tentazione di giocare duro per ridurre la pericolosità degli antagonisti. Certo, qualche spinta e qualche sgambetto ci sono stati e non sono mancate le trattenute, ma in complesso il comportamento dei giocatori è stato moto corretto e il buon arbitraggio di Seium Tarreche, che solo qualche volta ha dimostrato una certa indulgenza verso i nostri, ha completato il successo della bella manifestazione sportiva.
Il Varese, che non si deve dimenticare, mancava dei suoi quattro elementi più quotati, non ha deluso le aspettative del pubblico, o per lo meno quelle di quanti avevano valutato obbiettivamente la situazione e le condizioni psicologiche di una compagine che ha appena concluso un campionato massacrante e che vuole ormai godersi la meritata vacanza.
Ed eccoci alla cronaca. Alle 20 in punto le squadre entrano in campo e, dopo il saluto al pubblico e il sorteggio, il Varese batte il calcio d'inizio. Non passa un minuto che Mereghetti lancia molto bene Vastola, il quale tira forte dal limite dell'area ma non sorprende Johannes, che però si lascia sfuggire la palla. Un difensore è pronto a salvare sulla linea bianca.
La Rappresentativa risponde senza indugi e guadagna il primo calcio d'angolo, che tuttavia resta senza esito. I varesini stentano a trovare il ritmo giusto e la Rappresentativa continua per un po' a mantenere l'iniziativa, senza però riuscire e realizzare.
Al 20' è Leonardi a interrompere la sterile supremazia dei locali. Il suo traversone trova pronta la testa di Mereghetti, che serve Vastola, il cui pallonetto è tuttavia troppo alto. Poco dopo la Rappresentativa ottiene un altro angolo ma non ne ricava nulla.
Trascorso questo primo periodo, durante il quale la Rappresentativa ha marcato una netta superiorità territoriale, dimostrandosi però sempre inefficace nelle fasi conclusive, il Varese comincia ad assumere il controllo della situazione. Valutati gli avversari, Sogliano prende in consegna Tecle, Maroso cede il ruolo di libero a Gasperi e passa a controllare Solomon, Della Giovanna si piazza alle costole di Teclesghi, Burlando va su Haile e Tamborini controlla Tesfai. Dall'altra parte Bocrezion controlla Renna, e Berechet si occupa di Mereghetti, Ismail si danna dietro Leonardi e Abraha gioca a tratti da libero e a tratti su Vastola. Gli spostamenti continui degli attaccanti varesini mettono tuttavia spesso in difficoltà i difensori della Rappresentativa, mentre i marcamenti stretti di Maroso e compagni annullano quasi del tutto la pericolosità degli avanti in maglia verde. Soltanto Tesfai, al 25' e al 26' si fa luce con due magnifici tiri da fuori area, che da Pozzo riesce però a neutralizzare con sicurezza. Dopo il secondo tiro, anzi, i biancorossi partono in contropiede e Leonardi serve bene Renna, il quale non riesce ad agganciare la palla.
Al 27' Johannes para un tiro di Burlando, ma capitola al 30'. Renna parte da lontano, si libera di un paio di avversari e tira forte da una trentina di metri. Johannes è leggermente spiazzato e non può far altro che abbozzare la parata e poi raccogliere la palla in rete.
Da questo momento la partita si ravviva, ma i biancorossi non danno l'impressione di voler arricchire il bottino. I difensori locali sfruttano più volte il trucco del fuori gioco, avanzando tutti ogni volta che dalla mediana varesina parte qualche lancio lungo. Al 40' Leonardi, servito da Mereghetti, tira e Johannes riesce a sfiorare la palla, mandandola in calcio d'angolo.
Concluso il primo tempo con una rete al passivo, la Rappresentativa comincia la ripresa con un impegno ancora maggiore. Al 5' Asseffau lascia partire un bel tiro dal limite dell'area e sbaglia il bersaglio di un soffio, al 6' Cuflom impegna Carmignani con una cannonata da trenta metri che frutta un calcio d'angolo.
Tre minuti dopo, però, è Vastola, servito da Renna, ad aggiustarsi la palla, in piena area ed a tirare. La traversa salva Johannes da una seconda capitolazione.
Al 16' un pallone per niente pericoloso viaggia verso l'area della Rappresentativa, in diagonale, Ismail arriva prima di Leonardi e può allontanare senza rischi, ma serve involontariamente l'avversario, il quale è svelto a smistare verso Renna che ferma la palla, se la aggiusta e tira a rete, infilando l'angolo alto alla destra di Johannes, invano proteso nel tentativo di parare.
Sul due a zero nasce fra il pubblico il timore che la Rappresentativa possa crollare e subire un passivo molto maggiore. Invece accade tutto il contrario. I varesini hanno misurato male le loro forze e i ragazzi di casa non hanno nessuna intenzione di rinunciare alla lotta, riuscendo addirittura a forzare ulteriormente il ritmo già notevole del gioco. Presto si vede che il Varese sta andando incontro a un finale di gara pericoloso e certo la situazione si farebbe critica se Sogliano, Maroso, Della Giovanna, Burlando e Gasperi non facessero buona guardia e se gli avanti eritrei riuscissero a coordinare meglio le loro azioni offensive. Fino a tre quarti del campo, infatti, gli attaccanti asmarini e soprattutto i mediani riescono a imbastire belle azioni ed a mantenere l'iniziativa, mentre da questo punto in avanti le azioni continuano a naufragare sui piedi dell'attenta difesa biancorossa. Il Varese, ad ogni buon conto, lascia all'attacco soltanto Leonardi, Vastola e Renna, mentre Villa e Tamborini giocano parecchio arretrati.
Alla mezz'ora finalmente la Rappresentativa riesce a passare. Bocrezion, spintosi in avanti, manda un traversone verso la porta varesina. Carmignani manca l'uscita e Tecle, appostato vicino al palo alla destra del portiere, non ha difficoltà a segnare di testa.
La pressione quasi costante degli eritrei viene interrotta al 35' e Leonardi ha la palla buona per ristabilire le distanze, ma Abraha lo atterra appena dentro l'area. L'arbitro, malgrado le proteste degli ospiti, non concede il rigore e la punizione resta senza esito. Un minuto dopo il Varese si fa pericoloso per l'ultima volta, ma Renna, servito da Vastola, manca il tiro.
La Rappresentativa, sempre proiettata all'attacco, ottiene due calci d'angolo al 37' e al 39' ma non riesce ad approfittare e il forcing finale, consentito da una superiore riserva di fiato, non frutta il pareggio che il pubblico di casa invoca a gran voce.
Tirando le somme, comunque, si può dire che, pur essendo il risultato giusto, la Rappresentativa non ha affatto sfigurato nel confronto con la forte squadra ospite la quale ha saputo imporre una tecnica superiore e soltanto nel finale ha ceduto per una carenza di fiato giustificata dalle differenti condizioni climatiche e dall'altitudine.
Il valore del Varese, in definitiva, ha esaltato le qualità morali e4 agonistiche della nostra Rappresentativa e le due compagini, in parti uguali, hanno onorato nel migliore dei modi gli ideali sportivi, offrendo al pubblico asmarino uno spettacolo veramente degno. Il punteggio finale davanti a questo risultato molto più importante, perde ogni significato.

Ciro Migliore

 

 

Risultato equilibrato e sportività assoluta

Nel primo incontro che il "Varese" doveva sostenere in terra etiopica nessuno si attendeva un risultato clamoroso, tanto più che le finalità della tournee varesina non sono quelle di raccogliere degli allori ma di mostrare del buon gioco. Il risultato dell'incontro di ieri sera allo stadio regina di Saba con la Rappresentativa dell'Eritrea è stato, a nostro modo di vedere, giusto. Forse alcuni, per la notorietà raggiunta dai bianco-rossi nell'ultimo campionato italiano di serie "A", avrebbero desiderato ottenere una soddisfazione più piena alla propria attesa, con un quoziente reti che dimostrasse un dominio assoluto. Ma nel calcio, soprattutto nel calcio amichevole, privo dell'antagonismo che scaturisce dalla volontà di assicurarsi i due punti, il dominio può essere espresso in differenti forme, che si riassumono in un termine vago e, nello stesso tempo, completo: la sportività. Ora il "Varese", proprio nel primo tempo, ha posto in luce una classe superiore, indiscutibile, anche se si è concretata solo con la magnifica rete di Renna alla mezz'ora. Una rete, sia detto per inciso, che Johannes (Joker) non poteva assolutamente parare. Una rete è uno scarto minimo, ma l'attacco varesino non aveva intenzione di premere a fondo, limitandosi più che altro, a sviluppare del buon gioco, a far correre la palla con passaggi brevi e precisi, a mostrare una impostazione tattica di quello che è il collegamento fra reparto e reparto.
Al 16' della ripresa Renna ancora raddoppiava, poi al 30' Tecle di testa accorciava le distanze.
A questo punto è importante sottolineare che la Rappresentativa eritrea, dopo essere rimasta titubante, ha saputo ben riprendersi e disputare una partita eccellente. Non ci sono state individualità di rilievo, ma la squadra, nel suo insieme, ha funzionato a dovere. I giocatori locali per nulla impressionati dal nome che accompagna gli ospiti, hanno avuto un crescendo continuo, sfiorando quasi il pareggio.
Il risultato, ripetiamo, non era quello che interessava. Tuttavia per la squadra locale c'era l'impegno di dimostrare il livello del calcio etiopico che, in Africa, occupa uno dei primi posti.
Il "Varese" è giunto in Asmara privo di tre dei suoi maggiori atleti, convocati per la nazionale giovanile azzurra "Under 23", che domenica prossima incontrerà quella inglese a Trieste. Si tratta di Anastasi, venduto alla Juventus nei giorni scorsi per un milione di dollari U.S.A.; di Cresci e di Borghi. Questi tre atleti arriveranno in Etiopia nella prossima settimana e sicuramente saranno schierati ad Addis Abeba contro la nazionale etiopica. Alla squadra "rivelazione" mancava anche l'apporto di Picchi, che ha seguito l'incontro dai bordi del campo. Quattro titolari assenti in una squadra di provincia, sia pur di serie "A", portano, è ovvio, un certo squilibrio. Prova ne sia, tanto per restare nello ambito del campionato italiano, la stessa grande Inter, la quale, prima della vendita di Picchi, di Jahir e di altri, dominava, in senso assoluto, sulla scena calcistica italiana e internazionale.
Il "Varese" ha, senza dubbio, ben impressionato ugualmente, ma lusinghiero è stato il volume di gioco sviluppato, nel corso dell'incontro, dalla Rappresentativa nostrana. Sicché si giunge alla logica conclusione che la partita è stata, nel suo complesso, piacevole e il pubblico non è stato deluso nella sua aspettativa. Questo è quello che importa.
Il "team" varesino è il primo che giunge in Etiopia dall'Italia. Di ciò bisogna esserne grati al segretario generale della Confederazione etiopica degli sports, Ato Idnekacciou Tesemma, che ha condotto le trattative, e al signor Alfredo Casati, "general manager" dei rosso-bianchi, che è un patito di questo paese. Ovvio che tutto ciò è potuto avvenire grazie alla cortese adesione del cavaliere del lavoro Giovanni Borghi, presidente del "Varese" e fondatore dell'IGNIS, il più grande complesso europeo di elettrodomestici e uno dei maggiori del mondo. E', inoltre il "Varese" la prima squadra di giocatori professionisti a visitare l'Etiopia.
La squadra, domani si trasferirà ad Addis Abeba per poi raggiungere Dire Daua, dove incontrerà la Rappresentativa dell'Harar. Successivamente nella capitale avrà di fronte la Rappresentativa militare e, a conclusione della tournee in Etiopia, allo stadio Haile Sellasie I giocherà contro la nazionale. Quattro partite nel giro di una decina di giorni non sono poche. Conseguentemente il valore pieno della squadra varesina sarà più facile valutarlo negli incontri finali, quando anche il fattore climatico non costituirà più uno spauracchio.
Tornando alla Rappresentativa eritrea dobbiamo ripetere che la prova di ieri sera è stata positiva sotto ogni riguardo. Segno evidente che esiste una ripresa del calcio locale. Nel futuro il più popolare fra gli sports potrà riservare al nostro sportivissimo pubblico delle non piccole soddisfazioni.
Ieri sera tribune e spalti erano gremiti di folla ed è stata una folla generosa, cavalleresca, appassionata, sia verso gli ospiti che verso i giocatori eritrei. Lo sport, quando è inteso in questo modo, è veramente un indice di maturità, e raggiunge il suo principale obiettivo: quello di avvicinare, di unire, di affratellare. Etiopici e italiani in campo, ed etiopici e italiani in tribuna, si sono trovati fianco a fianco per confermare questi principi, validi nello sport, nel lavoro, nella vita.
Un ultima parola, prima di siglare queste brevi e affrettate note, dobbiamo spenderle per il direttore di gara, Ato Seium Tarreche, il quale, con assoluta imparzialità, ha condotto in porto la partita.
e.m.

 
* * * *
Il Quotidiano Eritreo - Venerdi 24 Maggio 1968

La visita alla moderna azienda di Elaberet conclude il soggiorno del Varese in Eritrea
Ammirazione per il grandioso complesso agricolo industriale - Elogi alla rappresentativa eritrea - I dirigenti sportivi asmarini stanno tentando di concordare un secondo incontro prima del rientro in Italia

 

Oggi si conclude la visita del Varese alla nostra città, una visita che tutti ricorderemo sempre con piacere, non solo dal punto di vista sportivo ma anche da quello assai più importante dei rapporti umani. Gli ospiti italiani hanno portato in Asmara, per qualche giorno, una ventata di giovinezza che ha diluito quel senso di apatia che è proprio dei paesi tropicali. Le giornate sono volate in fretta, è vero, ma sono state vissute intensamente e non sarà facile, una volta ripiombati nel torpore di sempre, dimenticarle.
Il breve ma intenso programma degli ospiti si è chiuso ieri con la visita alla azienda agricolo-industriale di Elaberet, dove i varesini si sono recati in visita insieme ai giocatori e ai tecnici della rappresentativa eritrea, a dirigenti sportivi ed a un piccolo gruppo di altre persone. Alla Elaberet Estate hanno fatto gli onori di casa, con la consueta semplice signorilità, i coniugi De Nadai, coadiuvati dai signori Casciani e dal signor Locatelli, i quali hanno fatto tutto quanto era umanamente possibile per mettere i visitatori a loro agio e per far loro godere quella sincera ospitalità che è la più spiccata e apprezzata prerogativa di quanti vivono in Etiopia, sotto questo sole che forse non è estraneo al calore umano degli abitanti di questo grande e antico paese.
Durante la visita, che è stata lunga e interessante, gli ospiti hanno avuto parole di viva ammirazione per la grandiosità dell'opera realizzata ad Elaberet. Lo stridente contrasto fra l'aspetto brullo e desolato della natura intorno e il rigoglioso sviluppo delle colture ha fatto loro comprendere meglio la mole di lavoro che è stata necessaria per imporre la volontà dell'uomo e trasformare una pietraia in un piccolo paradiso terrestre, nel quale migliaia di famiglie hanno trovato benessere e serenità.
La presenza dei calciatori e dei dirigenti sportivi locali, naturalmente, ha fatto spesso affiorare nelle conversazioni accenni all'incontro di mercoledì sera. Tutti i varesini, senza distinzione, hanno avuto così modo di esprimere la loro ammirazione per il pubblico asmarino, che hanno trovato superiore a qualsiasi aspettativa. E anche i giocatori eritrei hanno avuto la loro parte di elogi.
L'allenatore Arcari ci ha detto, a proposito della Rappresentativa, che la squadra gli è veramente piaciuta e che il calcio etiopico gli è sembrato di buona qualità. Alla Rappresentativa, e di riflesso al calcio locale in generale, manca soltanto una migliore inquadratura tecnica, un po' di "geometria".
Circa il calo del Varese nell'ultima parte dell'incontro, Arcari e diversi giocatori hanno riconosciuto che gli effetti dell'altitudine e della rarefazione dell'ossigeno si sono fatti sentire più del previsto e anche il recupero delle energie spese nella gara è stato lento e faticoso. Il fenomeno, comunque era scontato e quindi non dovrebbe costituire un pericolo per i prossimi incontri del Varese.
La visita alla Elaberet-Estate, che richiederebbe ben più della mezza giornata che i varesini hanno potuto dedicare, si interrompeva verso le 13 per fare onore al fornitissimo buffet freddo preparato dai dirigenti dell'azienda e si concludeva verso le 15, quando gli ospiti, salutati e ringraziati i signori De Nadai per la loro squisita ospitalità, per fare ritorno in Asmara, dove erano attesi da altri importanti impegni.
Questa mattina i varesini, che forse rivedremo in Asmara prima del rientro in Italia, se i dirigenti del calcio eritreo riusciranno a far aggiungere un'appendice al programma, partiranno per la capitale, dove senza dubbio sono attesi da accoglienze pari a quelle ricevute nella nostra città. Domenica, invece, ci sarà l'incontro con la rappresentativa hararina a Dire Daua, al quale faranno seguito l'incontro di giovedi con la selezione militare e quello della domenica successiva con la Nazionale, entrambi in Addis Abeba. La partenza per l'Italia, in base al programma attuale, che ci auguriamo di cuore possa essere cambiato per dar modo alla squadra di giocare nuovamente ad Asmara, avverrà il 5 giugno. Gli ultimi due giorni di permanenza in Etiopia saranno dedicati a un "safari" nella valle dell'Auasc.

Ciro Migliore

 

 

Medaglie ricordo del sindaco ai dirigenti del "Varese F.C."

Nel pomeriggio di mercoledì scorso, alle 17,30, S.E. il Degiasmac Haregot Abbai, sindaco di Asmara, ha ricevuto in visita di cortesia la signora Midia Borghi-Tedeschi, figlia del cavaliere del lavoro ing. Giovanni Borghi, presidente del Varese F.C., il marito ing. Adalberto Tedeschi, il general manager Alfredo Casati e consorte. Gli ospiti erano accompagnati dal rag. Francesco Bigagli, presidente del G.S. Aquila.
Durante il cordiale incontro S.E. il sindaco offriva a ciascuno dei visitatori una medaglia d'oro riproducente lo stemma della città di Asmara. Per ricambiare il gentile pensiero, l'ing. Tedeschi offriva a sua volta a S.E. il Degiasmac Haregot Abbai una medaglia d'oro con lo stemma del "Varese". Alla cerimonia era presente anche l'ing. Bruno Mazzetti, ingegnere capo del Municipio di Asmara e progettista dello stadio "Regina di Saba".

 

20 Maggio 2013
 

 

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